martedì 24 dicembre 2013
mercoledì 4 dicembre 2013
Fumetto 87
#87 - ottobre 2013 - pag. 80+8
Copertina: Stefano Casini
Damiano Damiani: il regista (Luciano
Tamagnini) BOGART IL GIUSTIZIERE -
Bogart, un... film a fumetti
(Gianni Brunoro) ALBO URAGANO
Damiano Damiani di carta (Antonio
Guida e Ilenio Trevisan)
Damiani, Pedrocchi e Milesi (Enrico
Anceschi) DINAMITE
Ai tempi di Damiani (Ilenio
Trevisan) LUCIANO PEDROCCHI - PAT LA ROCCA
I fotoromanzi a Somma Lombardo (Antonio
Guida)
Damiani e i Comics (Rinaldo Traini)
Un anno di Avventuroso Film (Luciano
Tamagnini)
Chi è quell’uomo mascherato?
Ovvero: tutto sul Lone Ranger (Alberto Becattini) GEORGE W. TRENDLE - FRAN STRIKER - EDMKRESSY - CHARLES FLANDERS - FRANCIS HAMILTON - NORMAN FALLON - DICK SPRANG - MARYLAND CRESSY - JOHN WADE HAMPTON - JON L. BLUMMER - BOB GREEN - PAUL S. NEWMAN - CARMINE INFANTINO - JERRY ROBINSON - TOM GILL - JEAN PILK - CARY BATES - RUSS HEATES
The Lone Ranger: domenicali dal 9
marzo al 4 maggio 1941 (fumetto di Fran Striker e Charles Flanders) traduttore e calligrafo Fortunato Latella
Il Batman che non fu (Alberto
Becattini) WHITNEY ELLSWORTH - NICK CARDY - AL PLASTINO
Il Fanta-Serpieri – imtervista parte
seconda (Stefano Bidetti) PAOLO ELEUTERI SERPIERI
Guarda, leggi e ritaglia (Enrico
Anceschi) COLLANA GRANDE PARATA DELLE FIABE
Bottero, Messina e la Golden Age (Luciano
Tamagnini) CAGLIOSTRO E-PRESS
Reefer Comics (Stefano Bettini)
Giorgio De Gaspari: semplicemente,
un Grande (Luigi Marcianò)
INSERTO: Appunti
sulla Bande Dessinée franco-belga - terza parte (Bruno Caporlingua)
Appunti sulla Bande Dessinée franco-belga - terza parte (Bruno Caporlingua) SPIROU- TINTIN - PILOTE - HARA-KIRI - METAL HURLANT -
La Linea chiara (Bruno Caporlingua)
L’uomo meraviglia (Giuseppe
Festino) GIORGIO DE GASPARI
I primi passi (Enrico Anceschi) GRAZIELLA - MARIO CUBBINO
Un Angiolini per tutte le stagioni
(Walter Iori) SANDRO ANGIOLINI
Stefano Casini: professionalità e
talento al servizio dell’immagine (Luigi Marcianò)
Chiletto e le illustrazioni per
Pro Familia (Antonio Guida) FRANCO CHILETTO
Allora c’ero anch’io (Luciano
Tamagnini)TOPOLINO LIBRETTO
La Francia si inchina a Toppi (Walter
Iori) SERGIO TOPPI - MOSQUITO
mercoledì 30 ottobre 2013
Astérix riparte
Giovedì scorso, il 24 ottobre 2013, è arrivato nelle librerie di quindici paesi (e in 23 lingue) "Asterix e i Pitti", il nuovo albo delle avventure di Astérix, in una spettacolare tiratura di cinque milioni di copie.
Ufficialmente sarebbe il tomo 35, ma in realtà, essendo i tomi 32 e 34 degli albi non "normali" (sarebbe stato più giusto considerarli dei "fuori collana"), si tratta della trentatreesima storia della serie, uscita otto hanno dopo lo sconfortante "Quando il cielo gli cadde sulla testa".
Come sapranno tutti, Albert Uderzo (creatore e, negli ultimi trentacinque anni, autore completo ed editore del fumetto), dopo aver sempre asserito che le storie del piccolo guerriero gallico non avrebbero avuto un seguito dopo il suo pensionamento, aveva cambiato idea e deciso di far vivere ancora il personaggio.
Dopo un po' di sana suspense, l'artista italo-francese aveva indicato come prosecutori della saga non i suoi vecchi aiutanti, ma due nomi noti del panorama fumettistico francofono: lo scrittore Jean-Yves Ferri (che non credo sia mai stato pubblicato in Italia) e il disegnatore Didier Conrad (di cui nel Belpaese abbiano visto un po' poco, ma che in patria ha una produzione di tutto rispetto e può essere considerato un maestro).
I due non sono proprio dei giovani autori (entrambi, come Astérix, sono del 1959), ma in confronto agli ottantasei anni di Uderzo, possiamo dire che c'è stato un deciso svecchiamento.
Piuttosto, essendo entrambi considerati autori iconoclasti, si poteva pensare che si lasciassero prendere la mano e facessero qualcosa di poco ortodosso.
Per la tranquillità dei vecchi estimatori della serie e la delusione dei campioni dell'originalità a tutti i costi, così non è stato. Anche perché Uderzo (vecchio, ma non rincoglionito) li ha sorvegliati come un'aquila.
Conrad, che già aveva dato in passato prova della sua assoluta duttilità stilistica disegnando in vari stili derivati da Franquin (LES INNOMABLES), Hergé (RAJ) e Morris (KID LUCKY), ci offre nel nuovo volume una copia dello stile di Uderzo piuttosto impressionante.
Ferri ci dà una trama semplice e scorrevole, preoccupandosi (un po troppo) di non saltare quasi nessuno dei tormentoni della serie (anche se mi sembra che Obelix non pronunci mai il suo tipico: "Sono pazzi questi…").
In generale, si tratta di un albo gradevole, ma non trascendentale, rispettoso dei personaggi, ma poco originale (per ciò che riguarda la prosecuzione di fumetti seriali, sono un convinto ultraortodosso, ma c'è un limite alla sensazione di "già visto").
Se avevate letto il pessimo "Quando il cielo gli cadde sulla testa" ed avevate pensato che fosse meglio chiuderla lì, adesso potrete riguardare con un certo ottimismo al futuro del villaggio degli irriducibili galli.
Ufficialmente sarebbe il tomo 35, ma in realtà, essendo i tomi 32 e 34 degli albi non "normali" (sarebbe stato più giusto considerarli dei "fuori collana"), si tratta della trentatreesima storia della serie, uscita otto hanno dopo lo sconfortante "Quando il cielo gli cadde sulla testa".
Come sapranno tutti, Albert Uderzo (creatore e, negli ultimi trentacinque anni, autore completo ed editore del fumetto), dopo aver sempre asserito che le storie del piccolo guerriero gallico non avrebbero avuto un seguito dopo il suo pensionamento, aveva cambiato idea e deciso di far vivere ancora il personaggio.
Dopo un po' di sana suspense, l'artista italo-francese aveva indicato come prosecutori della saga non i suoi vecchi aiutanti, ma due nomi noti del panorama fumettistico francofono: lo scrittore Jean-Yves Ferri (che non credo sia mai stato pubblicato in Italia) e il disegnatore Didier Conrad (di cui nel Belpaese abbiano visto un po' poco, ma che in patria ha una produzione di tutto rispetto e può essere considerato un maestro).
I due non sono proprio dei giovani autori (entrambi, come Astérix, sono del 1959), ma in confronto agli ottantasei anni di Uderzo, possiamo dire che c'è stato un deciso svecchiamento.
Piuttosto, essendo entrambi considerati autori iconoclasti, si poteva pensare che si lasciassero prendere la mano e facessero qualcosa di poco ortodosso.
Per la tranquillità dei vecchi estimatori della serie e la delusione dei campioni dell'originalità a tutti i costi, così non è stato. Anche perché Uderzo (vecchio, ma non rincoglionito) li ha sorvegliati come un'aquila.
Conrad, che già aveva dato in passato prova della sua assoluta duttilità stilistica disegnando in vari stili derivati da Franquin (LES INNOMABLES), Hergé (RAJ) e Morris (KID LUCKY), ci offre nel nuovo volume una copia dello stile di Uderzo piuttosto impressionante.
Ferri ci dà una trama semplice e scorrevole, preoccupandosi (un po troppo) di non saltare quasi nessuno dei tormentoni della serie (anche se mi sembra che Obelix non pronunci mai il suo tipico: "Sono pazzi questi…").
In generale, si tratta di un albo gradevole, ma non trascendentale, rispettoso dei personaggi, ma poco originale (per ciò che riguarda la prosecuzione di fumetti seriali, sono un convinto ultraortodosso, ma c'è un limite alla sensazione di "già visto").
Se avevate letto il pessimo "Quando il cielo gli cadde sulla testa" ed avevate pensato che fosse meglio chiuderla lì, adesso potrete riguardare con un certo ottimismo al futuro del villaggio degli irriducibili galli.
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Jean-Yves Ferri
martedì 29 ottobre 2013
Notiziario GAF n.52
Nuova serie - settembre 2013 - pagg 28+4
Luigi Motta e l'enigma della galea (Claudio Dell'Orso) LA GALEA DALLE VELE D'ARGENTO - GIOVANNI SCOLARI - INES FARO
L'ineffabile Philo Vance (Alberto Becattini e Sergio Lama) S.S. VAN DINE - R.B.S. DAVIS - BOB HEBBERD - HERBERT MORTON STOOPS - R.G. SISLEY - LEO MANSO - A. FREUDEMAN - BILL GILLIES - CLARK AGNEW - ALSTON ABBEY - ALBERTO BIANCHI
Un secolo di illustrazioni per Le novelle della nonna di Emma Perodi (Giovanna Lambroni) LEONIDA EDEL - TAVO (OTTAVIO RODELLA) - GASTONE ROSSINI - CARLO CHIOSTRI - E. PERINO - GUSTAVO PIATTOLI - CARLO VITOLI RUSSO
Luigi Motta e l'enigma della galea (Claudio Dell'Orso) LA GALEA DALLE VELE D'ARGENTO - GIOVANNI SCOLARI - INES FARO
L'ineffabile Philo Vance (Alberto Becattini e Sergio Lama) S.S. VAN DINE - R.B.S. DAVIS - BOB HEBBERD - HERBERT MORTON STOOPS - R.G. SISLEY - LEO MANSO - A. FREUDEMAN - BILL GILLIES - CLARK AGNEW - ALSTON ABBEY - ALBERTO BIANCHI
Un secolo di illustrazioni per Le novelle della nonna di Emma Perodi (Giovanna Lambroni) LEONIDA EDEL - TAVO (OTTAVIO RODELLA) - GASTONE ROSSINI - CARLO CHIOSTRI - E. PERINO - GUSTAVO PIATTOLI - CARLO VITOLI RUSSO
domenica 22 settembre 2013
Le antiche magie del Benday
Premetto
che non ho alcun titolo per affrontare questo argomento.
Non sono
un tipografo, né un artista e non ho mai lavorato nel campo editoriale.
Il
massimo del mio studio in ambito grafico è l’acquisto e la lettura, tanti anni
fa, di una pubblicazione a dispense della Fabbri intitolata “Corso di
Grafica”.
Sarà
quindi il caso che prendiate cum grano
salis ciò che scrivo, semplicemente
come il risultato delle informazioni raccolte nel tempo da un volenteroso semplice
appassionato di fumetti.
Il retino
Benday è un sistema di colorazione
tipografica per creare colori, in numero limitato ma sufficiente, su carta di
bassa qualità (come quella dei giornali quotidiani o quella dei vecchi comic books americani), che tende ad
assorbire il colore e, quindi vuole una stampa a bassa risoluzione (90 Dpi).
Si tratta
di un sistema di stampa economico, che prende il nome dal suo creatore, il
tipografo Benjamin Henry Day, Jr. (figlio del fondatore del vecchio quotidiano New York Sun).
Il
sistema risale al 1879 ed è basato sull’utilizzo di quattro pellicole: ciano
(una tonalità d’azzurro), magenta (una tonalità di rosso), giallo e nero.
In
pratica, si tratta dei tre colori primari più il nero (il bianco lo fornisce il
foglio di carta).
Su ogni
pellicola si possono avere quattro tipi di segni: nulla, colore pieno, un
retino al 25% e un retino al 50% (la retinatura è fatta da punti rotondi che
hanno dimensioni molto più grandi rispetto ai punti delle tecniche di stampa
più raffinate, tanto che il punto del Benday è di solito ben visibile a occhio
nudo).
Per
evitare che i punti del retino si sovrappongano e s’impastino o creino
sgradevoli effetti (moire), ogni
singolo retino ha una sua personale inclinazione: ciano 105°, giallo 90°, nero
75°, magenta 45°.
Come potete vedere, tornando alla prima immagine di questo post, anche sovrapponendo tutti i colori, questi restano sfalsati.
Ovviamente,
non abbiamo milioni di colori, ma, disponendo di tre sfumature (tre differenti
livelli di saturazione per ogni colore primario) e tre colori più uno o due
grigi (il nero pieno serve per il disegno di linea), si può ottenere un numero piuttosto
alto di combinazioni (se non erro 128).
Non tutte
le agenzie giornalistiche utilizzavano lo stesso preciso sistema. Sembra che alla
United Feature Syndicate avessero una tecnica lievemente diversa, con
l’utilizzo di retini diversi per ciascun colore primario: usando i pallini (dots) solo per il magenta, mentre per il
ciano usavano linee (lines) e per il
giallo puntini (stiples).
Per
fornire al tipografo le indicazioni per la colorazione, gli artisti dipingono i
colori su di una copia del loro disegno di linea, solitamente con acquerelli o
chine colorate, e, spesso, anche indicando con codici alfanumerici l’esatto colore:
ad esempio YR1B2 indica un verde ottenuto dalla sovrapposizione di un giallo
alla massima saturazione (Y), di un rosso al 25% (R1) e di un blu al 50% (B2).
Ma diamo
un esempio visivo.
Supponiamo
di voler colorare una vignetta (per i curiosi, viene da una striscia giornaliera di
DIXIE DUGAN e, quindi, originalmente
in bianco e nero).
Abbiamo
bisogno di quattro pellicole.
Nero (con
il disegno al tratto e un tono di grigio al 25%, da me aggiunto al disegno di
Striebel)
Giallo
Magenta
Ciano
Sovrapponiamo
il tutto… et voila
Il
risultato è quello che ben riconoscono i lettori di vecchi fumetti (anche se, per
far presto, ho usato solo 9 colori).
La
separazione dei colori è così effettuata manualmente e non fotograficamente (fotografando
la copia colorata con filtri appositi) e, pertanto, è più economica.
Come
avrete notato, i colori con saturazione al 75% non sono usati (nei comic books sono stati introdotti solo
dagli Anni ’80, quando si usavano ormai tipi di carta superiore alla newsprint).
Un altro
aspetto da non trascurare nelle Sunday
pages è il formato.
La
domanda fondamentale è: quale differenza c’è tra il materiale fornito da
un’agenzia giornalistica ad un quotidiano per una tavola domenicale in formato full page e per una in formato tabloid?
Se le Sundays fossero state stampate in bianco
e nero o con colori piatti, la risposta sarebbe: nessuna differenza!
Ma con il
Benday cambia parecchio…
Il
formato full page è destinato ai
giornali in formato broadsheet (come
il Corriere della Sera), mentre il
formato tabloid è destinato ai
giornali tabloid (come La Repubblica), che sono più piccoli (in
pratica un broadsheet piegato in due).
Se le
agenzie fornissero un solo formato (il broadsheet),
limitandosi a farne una riduzione per i giornali tabloid, il risultato sarebbe un bel pasticcio.
Come
abbiamo detto, i quotidiani sono stampati su carta povera e una caratteristica
della colorazione con il benday è la
necessità che i punti di colore dei retini siano grossi. Se li rimpiccioliamo,
otteniamo il risultato che la carta li “allarghi” e li impasti.
Per cui,
sia sul grande giornale broadsheet,
sia sul piccolo tabloid, i dots di colore devono essere uguali e, quindi, la
domenicale tabloid deve avere una
retinatura relativamente più grossa rispetto a quella full page.
A questo
principio si deve anche aggiungere che, se rimpiccioliamo un retino colorato,
corriamo il serio rischio che l’occhio umano percepisca un colore differente da
quello voluto (come un disegnatore, che fa un tratteggio per dare un tono di
grigio, deve sapere che, poiché il suo disegno sarà rimpicciolito per la
stampa, deve spaziare il tratteggio in modo tale che i segni non s’impastino
nella riproduzione e diano un tono di grigio troppo scuro, o, addirittura, una
macchia nera).
Questo
sarebbe da tenere in considerazione anche da parte di chi edita ristampe di
vecchi fumetti sindacati, dove la fonte (persi quasi sempre gli originali) deve
essere la tearsheet, ovvero il
vecchio foglio di quotidiano.
Dato che,
quasi sempre, le ristampe sono in volumi molto più piccoli rispetto al formato
originale, sarebbe forse il caso che, nel restauro, ci si ricordasse di dare
una certa desaturazione ai colori (dopo aver regolato i bianchi e i neri), per contrastare
l'ipersaturazione derivata dalla riduzione di formato (anche se, la carta
delle moderne ristampe in volume è fortunatamente superiore a quella originale).
Altrimenti,
si corre il rischio di avere colori troppo brillanti e piatti.
mercoledì 4 settembre 2013
Il nuovo punto della situazione
Tempo fa avevo postato il punto della situazione dei progetti di ristampa di fumetto sindacato da parte
di case editrici americane.
Dato che molta acqua è
passata sotto i ponti (e molta carta dentro le presse), cerco di fare una nuova
rapida sintesi di ciò che è stato prodotto o è in produzione (alcune delle
serie indicate non sono ancora uscite)
Fantagraphics
PEANUTS, KRAZY KAT,
POPEYE, PRINCE VALIANT, DENNIS THE MENACE, SAM’S STRIP, CAPTAIN EASY, NANCY,
TARZAN (di Hogarth), BARNABY, BETSY AND ME, POGO, TERR’BLE THOMPSON, MICKEY
MOUSE, THE BRINKLEY GIRLS: THE BEST OF NELL BRINKLEY'S CARTOONS 1913-1940
IDW
TERRY AND THE PIRATES,
SCORCHY SMITH, DICK TRACY, LITTLE ORPHAN ANNIE, RIP KIRBY, BRINGING UP FATHER,
THE FAMILY CIRCUS, BLOOM COUNTY, FLASH GORDON & JUNGLE JIM (di Raymond),
SECRET AGENT X-9 (di Williamson), KING AROO, BLONDIE, ARCHIE, LI’L ABNER, ESSENTIALS
(THE GUMPS, BARON BEAN, POLLY AND HER PALS, ALLEY OOP) STAR TREK, THE LITTLE
KING, GASOLINE ALLEY (di Moore), MISS FURY, SKIPPY, STEVE CANYON, SUPERMAN,
TARZAN (di Manning).
Classic Comics Press
ON STAGE, DONDI, THE HEART
OF JULIET JONES, CISCO KID, RUSTY RILEY, BIG BEN BOLT, BUCK O’RUE, CLARE
BRIGGS.
Checker Books
FLASH GORDON, STEVE
CANYON, BEETLE BAILEY.
Dark Horse
FLASH GORDON (di Raboy)
LI'L ABNER (domenicali di Frazetta), JET SCOTT, TARZAN (di Foster, in formato
enorme).
Sunday Press Books (tutte
domenicali e in formati enormi)
LITTLE SAMMY SNEEZE(con
HUNGRY HENRIETTA), GASOLINE ALLEY (di King), LITTLE NEMO IN SLUMBERLAND, QUEER
VISITORS FROM THE WONDERFUL LAND OF OZ (con SCARECROW AND THE TINMAN), The
UPSIDE-DOWNS OF LITTLE LADY LOVEKINS AND OLD MAN MUFFAROO (con altri lavori di
Verbeeck), SOCIETY IS NIX (antologia), KRAZY KAT, THE-KIN-DER-KIDS (con WEE
WILLIE WINKIE’S WORLD, THE EXPLORIGATOR, NIBSY THE NEWSBOY,
NAUGHTY PETE).
Hermes Press
STAR HAWKS, BUCK ROGERS,
THE PHANTOM, JOHNNY HAZARD, MIKE HAMMER, ROY ROGERS, BRENDA STARR REPORTER,
MALE CALL
NBM
HAPPY HOOLIGAN, MUTT AND
JEFF e BRINGING UP FATHER.
Abrams Comicarts
INSIDE WOODY ALLEN.
Titan Publishing
HÄGAR THE HORRIBLE, FLASH
GORDON, MANDRAKE THE MAGICIAN (domenicali di Davis), WIZARD OF ID.
Drawn & Quarterly
GASOLINE ALLEY
(giornaliere di King), THE DAYS OF REAL SPORT.
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